Introduzione

Campi elettromagnetici

campi elettromagnetici sono dati dall'insieme di un campo elettrico e uno magnetico.

Un campo elettrico è dato da una differenza di potenziale (o tensione) che per esempio spinge gli elettroni a muoversi lungo un cavo. All'aumentare della tensione il campo elettrico aumenta la propria forza. I campi elettrici si misurano in volt per metro (V/m). Collegando un apparecchio a una presa si creano dei campi elettrici nello spazio circostante. Più alta è la tensione, più alto è il campo prodotto. Poiché la tensione può esistere anche se non circola corrente, non occorre che un apparecchio sia acceso perché esista un campo elettrico nello spazio circostante.

Un campo magnetico si genera col movimento di flussi di elettroni, cioè col passaggio di corrente elettrica attraverso fili o dispositivi elettrici, e aumenta di intensità all'aumentare della corrente. La forza di un campo magnetico diminuisce rapidamente con l'aumentare della distanza dalla sorgente. I campi magnetici sono misurati in microtesla (μT, o milionesimi di un tesla). I campi magnetici si creano solo quando circolano correnti elettriche.

Quindi i campi elettrici e quelli magnetici coesistono nell’ambiente e i campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano.

Naturali à I campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione.

Artificiali à I raggi X, ad esempio, sono utilizzati per diagnosticare la frattura di una caviglia in seguito ad un incidente sportivo. All’elettricità fornita da una qualunque presa di corrente sono associati dei campi elettromagnetici a bassa frequenza. Inoltre, diversi tipi di radioonde ad alta frequenza sono usati per trasmettere informazioni, attraverso antenne televisive, impianti radiofonici o stazioni radio base per telefonia mobile.

Caratteristiche

Le caratteristiche principali di un campo elettromagnetico (CEM) sono frequenza e lunghezza d’onda. Si possono immaginare le onde elettromagnetiche come una serie di onde che viaggiano ad una velocità enorme, quella della luce. La frequenza descrive semplicemente il numero di oscillazioni, o cicli, al secondo, mentre la lunghezza d’onda rappresenta la distanza tra un’onda e la successiva. Quindi, lunghezza d’onda e frequenza sono legate in modo indissolubile: più alta è la frequenza, più breve è la lunghezza d’onda.

I campi elettromagnetici sono suddivisibili in:

  • campi a frequenza estremamente bassa (ELF, extremely low frequency) che hanno generalmente frequenze fino a 300 Hz. I sistemi che ci forniscono elettricità e tutti gli apparecchi che la usano ne costituiscono le principali sorgenti.
  • campi a frequenza intermedia (IF, intermediate frequency), con frequenze tra 300 Hz e 10 MHz. Gli schermi dei computer, i dispositivi anti-taccheggio e i sistemi i sicurezza sono le principali sorgenti di campi IF.
  • campi a radiofrequenza (RF) con frequenze da 10 MHz a 300 GHz. Radio, televisione, radar, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde sono le principali sorgenti di campi RF.

I telefoni mobili, i trasmettitori radiotelevisivi ed i radar producono campi elettromagnetici a radiofrequenza. Questi campi sono utilizzati per trasmettere informazioni su lunghe distanze e costituiscono la base dei sistemi di telecomunicazione e di diffusione radiotelevisiva in tutto il mondo. Le microonde sono campi RF di frequenza elevata, nell’intervallo dei gigahertz (GHz). Nei forni a microonde, queste vengono sfruttate per scaldare rapidamente i cibi.

Nella regione delle radiofrequenze, i campi elettrici e quelli magnetici sono strettamente correlati e generalmente il loro livello viene misurato in termini di densità di potenza, in watt al metro quadro (W/m2).

Un campo elettrico è dato da una differenza di potenziale (o tensione) che per esempio spinge gli elettroni a muoversi lungo un cavo. All'aumentare della tensione il campo elettrico aumenta la propria forza. I campi elettrici si misurano in volt per metro (V/m).

Un campo magnetico si genera col movimento di flussi di elettroni, cioè col passaggio di corrente elettrica attraverso fili o dispositivi elettrici, e aumenta di intensità all'aumentare della corrente. I campi magnetici sono misurati in microtesla (μT, o milionesimi di un tesla).

I campi elettrici vengono prodotti indipendentemente dal fatto che un dispositivo sia acceso o meno mentre i campi magnetici vengono prodotti solo quando passa la corrente, il che di solito richiede l'accensione di un dispositivo.

campi elettrici sono facilmente schermati o indeboliti da muri e altri oggetti, mentre i campi magnetici possono passare attraverso edifici, esseri viventi e la maggior parte dei materiali.

Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Lo spettro elettromagnetico rappresenta la classificazione di tutte le onde elettromagnetiche in base alla loro frequenza e può essere suddiviso in due parti:

  • radiazioni non ionizzanti: comprendono le frequenze (0 - 1015 Hz) fino alla luce visibile; l’energia trasportata non è sufficiente a ionizzare gli atomi e a rompere i legami atomici, cioè a rimuovere completamente un elettrone da un atomo o da una molecola.
  • radiazioni ionizzanti: coprono la parte dello spettro (con frequenza maggiore di circa 1015 Hz) dalla luce ultravioletta ai raggi gamma; l’energia trasportata è sufficiente a ionizzare gli atomi o le molecole (cioè a strappar loro gli elettroni) e a rompere i legami atomici.

I campi elettromagnetici prodotti da sorgenti artificiali, che svolgono un ruolo di primo piano nel mondo industrializzato – elettricità, radioonde e campi a radiofrequenza – si trovano nella regione dello spettro elettromagnetico a lunghezze d’onda relativamente grandi e frequenze relativamente basse, e non sono in grado di rompere i legami chimici.

Le radiazioni non ionizzanti d’interesse ambientale si dividono in:

  • radiazioni a bassa frequenza (ELF), con frequenza pari a 50 Hz
    · radiazioni a radio frequenza (RF), con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz.

Cosa succede quando siamo esposti ai campi elettromagnetici?

Gli effetti dei campi elettromagnetici sul corpo umano dipendono non solo dalla loro intensità, ma anche dalla loro frequenza. Questi campi inducono nel corpo umano delle correnti elettriche che, se di intensità sufficiente, possono produrre vari effetti come riscaldamento e scosse elettriche, secondo la loro ampiezza e la loro frequenza. Comunque, per produrre effetti di questo genere i campi esterni al corpo devono essere molto intensi, notevolmente al di sopra di quelli presenti nei normali ambienti. come i campi

L’esposizione a campi elettromagnetici non è un fenomeno nuovo. Tuttavia, durante il ventesimo secolo, l’esposizione ambientale a campi elettromagnetici di origine umana è costantemente aumentata in quanto la crescita della domanda di elettricità̀, il continuo avanzamento delle tecnologie ed i cambiamenti nei comportamenti sociali hanno creato sorgenti artificiali in misura sempre maggiore. Ognuno è esposto, sia in casa sia sul posto di lavoro, a una complessa miscela di deboli campi elettrici e magnetici dovuti alla generazione ed al trasporto di elettricità̀, agli elettrodomestici, agli apparati industriali, alle telecomunicazioni e all’emittenza radiotelevisiva.

Nel corpo umano esistono, anche in assenza di campi elettrici esterni, piccolissime correnti dovute a reazioni chimiche che sono parte delle normali funzioni fisiologiche. Per esempio, i nervi si scambiano segnali attraverso la trasmissione di impulsi elettrici. La maggior parte delle reazioni biochimiche, dalla digestione all’attività̀ cerebrale, sono accompagnate da una ridistribuzione di particelle cariche. Anche il cuore è elettricamente attivo.

I campi a radio frequenza (RF) cedono energia ai tessuti sotto forma di riscaldamento, mentre i campi a bassa frequenza (ELF) inducono delle correnti nel corpo umano.

Campi elettrici a bassa frequenza agiscono sul corpo umano, esattamente come agiscono su qualunque altro mezzo composto di particelle cariche. I campi magnetici a bassa frequenza provocano la circolazione di correnti all’interno del corpo. L’intensità̀ di queste correnti dipende dall’intensità̀ del campo magnetico esterno. Se sufficientemente elevate, queste correnti possono provocare la stimolazione di nervi e muscoli o influenzare altri processi biologici. Sia i campi elettrici sia quelli magnetici inducono differenze di potenziale e correnti nel corpo ma, anche nel caso in cui si sia immediatamente al di sotto di una linea ad alta tensione, le correnti indotte sono piccolissime in confronto alle soglie necessarie per provocare scosse ed altri effetti elettrici.

Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza. Nei forni a microonde questa circostanza è sfruttata per riscaldare i cibi. I livelli dei campi a radiofrequenza ai quali la gente è normalmente esposta sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti per produrre un riscaldamento significativo. Gli effetti di riscaldamento delle radioonde costituiscono la base su cui si fondano le attuali linee guida. Gli scienziati stanno indagando anche la possibilità̀ che, al di sotto dei livelli di soglia necessari per provocare il riscaldamento corporeo, si manifestino altri effetti, legati ad esposizioni a lungo termine. A tutt’oggi, non è stata fornita conferma di alcun effetto nocivo dovuto ad esposizioni a lungo termine a bassi livelli di campi elettromagnetici, a radiofrequenza o a frequenza industriale; comunque, gli scienziati continuano attivamente le ricerche in questo settore.

Rischi per la salute

Gli effetti biologici sono risposte misurabili a uno stimolo o a un cambiamento ambientale. Queste risposte non sono necessariamente nocive per la salute. Un effetto nocivo provoca un danno rilevabile alla salute del soggetto esposto o a quella della sua prole; un effetto biologico può̀ tradursi o meno in un effetto di danno alla salute.

È fuori dubbio che, al di sopra di certi livelli, i campi elettromagnetici possano innescare degli effetti biologici. Esperimenti condotti su volontari sani indicano che esposizioni di breve durata, ai livelli di campo presenti nell’ambiente o in casa, non provocano alcun effetto nocivo evidente. Esposizioni a livelli più̀ elevati, che potrebbero essere pericolose, sono prevenute dalle linee guida nazionali ed internazionali. Il dibattito attuale si concentra sulla possibilità̀ o meno che l’esposizione prolungata a bassi livelli di campo possa sollecitare risposte biologiche e influenzare lo stato di benessere delle persone.

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (CRF) come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani: agenti per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di cancerogenicità in animali di laboratorio. Gli effetti sanitari negativi delle onde a radiofrequenza (RF), prevalentemente studiati sono quelli di natura termica (l’energia assorbita viene infatti trasformata in calore all’interno dell’organismo). Tali effetti sono comunemente sfruttati nei forni a microonde di uso domestico e industriale.

La normativa italiana regolamenta in maniera efficace l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz per la protezione della popolazione.

 

Studi sui possibili effetti sulla salute

Alcuni documenti pubblici e studi condotti negli anni sull'impatto delle onde elettromagnetiche.

* Onde elettromagnetiche - uso corretto dei cellulari - www.salute.gov.it

* Salute e campi elettromagnetici - Istituto superiore di sanità - www.oldiss.it

* Rischi per la salute connessi ai campi magnetici generati da antenne 5G - Istituto superiore di sanità - pdf1 - pdf2

* Rapporti Artisan 19|11 - Radiazioni a radiofrequenza e tumori: Sintesi delle evidenze scientifiche - Istituto Superiore di sanità pdf

In risposta ai crescenti interrogativi su possibili effetti sanitari delle sorgenti di campi elettromagnetici, il cui numero e la cui varietà vanno continuamente aumentando, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avvia costantemente studi per comprendere meglio gli effetti dei campi elettromagnetici.

  1. Generalizzati

Alcuni individui del pubblico hanno attribuito una gran varietà di sintomi all’esposizione a bassi livelli di campo elettromagnetico in casa. Questi sintomi comprendono mal di testa, ansia, suicidio e depressione, nausea, stanchezza e perdita della libido. Al momento, le evidenze scientifiche non suffragano un legame tra questi sintomi e l’esposizione a campi elettromagnetici. Almeno alcuni di questi problemi sanitari possono essere causati dal rumore o da altri fattori ambientali, oppure da ansie legate alle nuove tecnologie.

  1. Gravidanza

L’OMS ed altre organizzazioni internazionali hanno esaminato molte, e diverse, sorgenti di esposizione a campi elettromagnetici in ambienti di vita e di lavoro, tra cui schermi di computer, letti ad acqua e coperte elettriche, saldatrici a radiofrequenza, apparati per diatermia e radar. Il bilancio complessivo delle evidenze mostra che l’esposizione a campi elettromagnetici ai tipici livelli ambientali non accresce il rischio di alcun effetto nocivo, come aborti spontanei, malformazioni, peso ridotto alla nascita e malattie congenite. Vi sono state segnalazioni occasionali di associazioni tra problemi sanitari e presunte esposizioni a campi elettromagnetici, nonché segnalazioni di parti prematuri e di peso ridotto alla nascita per figli di lavoratori dell’industria elettrica, ma la comunità scientifica non ha ritenuto che questi effetti fossero necessariamente causati dall’esposizione ai campi (piuttosto che da altri fattori, come l’esposizione a solventi).

  1. Cataratta

Sono state talvolta segnalate irritazioni agli occhi e cataratte in lavoratori esposti ad alti livelli di radiazione a radiofrequenze e microonde, ma gli studi su animali non confortano l’idea che queste forme di danno all’occhio possano prodursi a livelli che non siano pericolosi dal punto di vista termico. Non c’è alcuna evidenza che simili effetti si verifichino ai livelli sperimentati dal pubblico generico.

  1. Cancro

Nonostante molti studi, le evidenze di effetti cancerogeni di qualsiasi genere restano molto controverse. I risultati ottenuti fino ad oggi presentano molte incongruenze, ma non si è comunque trovato nessun aumento consistente di rischio per nessuna forma di cancro, né nei bambini né negli adulti.

Un certo numero di studi epidemiologici suggerisce piccoli aumenti di rischio di leucemia infantile, associati all’esposizione a campi magnetici a bassa frequenza nelle abitazioni. Però, gli scienziati non sono in genere giunti alla conclusione che questi risultati riflettano una relazione di causa ed effetto tra l’esposizione ai campi e la patologia (piuttosto che essere dovuti ad artefatti nello studio o riguardare effetti non collegati all’esposizione ai campi). A questa conclusione si è giunti, in parte, perché́ gli studi su animali e quelli di laboratorio non hanno provato alcun effetto riproducibile che sia coerente con l’ipotesi che i campi elettromagnetici causino o promuovano il cancro. In numerosi paesi sono in corso studi su larga scala che possono aiutare a chiarire questi punti.

  1. Depressione

Alcuni individui denunciano una “ipersensibilità” ai campi elettrici e magnetici. Queste persone chiedono di sapere se fastidi e dolori, mal di testa, depressione, letargia, disordini del sonno, ed anche convulsioni e crisi epilettiche, possano essere associati all’esposizione a campi elettromagnetici.

Vi è ben poca evidenza scientifica che sostenga l’idea di un’ipersensibilità̀ ai campi elettromagnetici. Recenti studi scandinavi hanno trovato che, in condizioni di esposizione appropriatamente controllate, i soggetti non presentano reazioni coerenti. Per di più, non esiste alcun meccanismo biologico accettato che spieghi l’ipersensibilità̀. La ricerca su questo tipo di individui è difficile perché possono entrare in gioco, oltre agli effetti diretti dei campi, molte altre risposte soggettive. Ulteriori studi sulla materia sono necessari.

Obiettivi delle ricerche attuali e future

Notevoli sforzi sono in corso per approfondire gli studi sulle connessioni tra campi elettromagnetici e cancro. Le ricerche su possibili effetti cancerogeni dei campi a frequenza industriale proseguono.

Gli effetti sanitari a lungo termine dell’uso di telefoni mobili costituiscono attualmente un altro settore di intensa ricerca. Non è stato scoperto nessun ovvio effetto nocivo legato a bassi livelli di campi a radiofrequenza. Tuttavia, date le preoccupazioni del pubblico per la sicurezza dei telefoni cellulari, ulteriori ricerche mirano a stabilire se, a livelli di esposizione molto bassi, possano verificarsi effetti meno ovvi.

Campi elettromagnetici in casa

  1. Elettricità

L’elettricità̀ viene trasportata su lunghe distanze attraverso linee ad alta tensione. I trasformatori abbassano queste alte tensioni per la distribuzione locale ad abitazioni e uffici. Gli impianti per la trasmissione e la distribuzione, nonché́ i circuiti degli edifici e gli apparati domestici sono responsabili dei livelli di fondo di campo elettrico e magnetico a frequenza industriale in casa. Nelle abitazioni non situate vicino ad elettrodotti il livello di fondo dell’induzione magnetica può̀ arrivare fino a circa 0,2 μT.

Comunque, i campi (sia elettrici sia magnetici) decadono con la distanza dalla linea. Inoltre, le pareti dell’abitazione riducono sostanzialmente i livelli del campo elettrico rispetto a quelli che si incontrano in aree analoghe, all’esterno delle case.

  1. Apparati elettrici

Gli schermi di computer ed i televisori producono campi elettrici statici e campi elettrici e magnetici alternati a varie frequenze. Comunque, gli schermi a cristalli liquidi usati in alcuni computer portatili e da tavolo non danno luogo a campi elettrici e magnetici significativi. I computer moderni hanno schermi conduttori che riducono il campo elettrostatico a livelli simili a quelli di fondo in ambienti domestici o lavorativi. Nella postazione dell’operatore (da 30 a 50 cm dallo schermo) i campi magnetici alternati sono tipicamente al di sotto di 0,7 μT come valore dell’induzione magnetica (a frequenza industriale). L’intensità̀ del campo elettrico alternato nella posizione dell’operatore varia da meno di 1 V/m a 10 V/m.

  1. Forni a microonde

I forni a microonde domestici funzionano a livelli di potenza molto elevati. Tuttavia, un’efficace schermatura riduce le perdite all’esterno del forno a livelli quasi non misurabili. Inoltre, le perdite di microonde si riducono molto rapidamente all’aumentare della distanza dal forno. Molti paesi hanno norme di fabbricazione che specificano i massimi livelli di perdita ammessi per i forni nuovi; un forno che rispetti queste norme non presenta alcun rischio per i consumatori.

  1. Telefoni portatili

I telefoni portatili funzionano a intensità̀ molto più basse di quelli mobili. Ciò̀ è dovuto al fatto che essi vengono usati molto vicino alle loro stazioni radio base domestiche e quindi non richiedono campi intensi per trasmettere su lunghe distanze. Di conseguenza, i campi a radiofrequenza attorno a questi apparecchi sono trascurabili.

  1. Impianti Wi-Fi

Le reti locali senza fili (Wireless Local Area Network WLAN) permettono di collegare computer e altri dispositivi (portatili, tablet, cellulari) tra di loro e con apparecchi periferici (stampanti, scanner) direttamente o con un access point (o con un semplice router) per navigare in internet.
La tecnologia Wi-Fi, quindi, permette privatamente di distribuire la connettività all'interno di uffici o in aree di piccole dimensioni, oppure, di garantire la copertura di aree pubbliche più vaste, come aeroporti, centri commerciali, piazze e luoghi turistici.
Le antenne Wi-Fi usano frequenze radio (nelle bande a 2.4 e 5 GHz) e hanno dimensioni limitate, ma sono comunque inquinanti.

 

Campi elettromagnetici nell’ambiente

  1. Radar

I radar sono usati per la navigazione, per le previsioni meteorologiche, per applicazioni militari e per una varietà̀ di altre funzioni. I radar emettono segnali a microonde pulsati. La potenza di picco in un impulso può̀ essere elevata, anche se la potenza media può̀ essere bassa. Molti radar ruotano o si muovono in alto e in basso; questo riduce la densità̀ di potenza media a cui il pubblico è esposto nelle vicinanze. Anche i radar militari di alta potenza, non rotanti, limitano le esposizioni nelle aree di accesso pubblico al di sotto dei livelli indicati dalle linee guida.

  1. Sistemi di sicurezza

I sistemi anti-taccheggio dei negozi utilizzano delle etichette, che vengono riconosciute da bobine elettriche all’uscita. Quando si effettua un acquisto, l’etichetta viene tolta o disattivata permanentemente. In genere, i campi elettromagnetici generati dalle bobine non superano i livelli raccomandati dalle linee guida. I sistemi per il controllo degli accessi funzionano nello stesso modo, con l’etichetta incorporata nell’anello di una chiave o in una scheda identificativa. I metal detector ed i sistemi di sicurezza degli aeroporti creano un intenso campo magnetico, che può̀ raggiungere i 100 μT e che viene disturbato dalla presenza di un oggetto metallico.

  1. Treni e tram elettrici

I treni a lunga percorrenza hanno una o più̀ locomotive separate dai vagoni passeggeri. L’esposizione dei passeggeri deriva soprattutto dal sistema di alimentazione del treno. I campi magnetici nelle carrozze passeggeri dei treni a lunga percorrenza possono raggiungere diverse centinaia di microtesla vicino al pavimento, mentre nelle altre zone del compartimento presentano valori più bassi (decine di microtesla). L’intensità̀ del campo elettrico può̀ raggiungere i 300 V/m. Le persone che vivono vicino a linee ferroviarie possono essere soggette a campi magnetici dovuti alle linee aeree di alimentazione; secondo i paesi, questi campi possono essere confrontabili con quelli prodotti dalle linee ad alta tensione.

I motori ed i sistemi di trazione dei treni e dei tram sono normalmente collocati sotto il pavimento delle carrozze passeggeri. Al livello del pavimento, l’intensità del campo magnetico può raggiungere le decine di microtesla, nelle zone immediatamente sopra il motore. I campi diminuiscono rapidamente con la distanza dal pavimento e l’esposizione delle parti superiori del corpo è molto inferiore.

  1. TV e radio

I segnali radio vengono indicati come segnali a modulazione di ampiezza (AM, amplitude-modulated) o a modulazione di frequenza (FM, frequency-modulated), secondo il modo in cui trasportano l’informazione. I segnali AM possono essere usati per trasmettere su distanze molto lunghe, mentre quelli FM coprono aree più̀ ristrette, ma possono fornire un suono di qualità̀ migliore.

I segnali radio AM sono trasmessi mediante grandi schiere di antenne, che possono essere alte decine di metri e sono collocate in aree non accessibili al pubblico. Molto vicino alle antenne e ai cavi di alimentazione le esposizioni possono essere elevate, ma riguardano i lavoratori addetti alla manutenzione piuttosto che il pubblico in generale.

Le antenne televisive e quelle delle radio FM sono molto più̀ piccole di quelle delle radio AM e sono montate a schiera in cima ad alti tralicci, che servono solo come strutture di sostegno. Piccole antenne per televisioni e radio locali sono talvolta montate sui tetti delle abitazioni; in questo caso, può̀ essere necessario controllare l’accesso al tetto.

  1. Telefoni mobili e loro stazioni radio base

I telefoni mobili consentono alle persone di essere raggiunte in qualsiasi momento. Questi sistemi a radioonde di bassa potenza trasmettono e ricevono segnali da una rete di stazioni radio base fisse, di bassa potenza. Ogni stazione radio base fornisce copertura a una determinata area. Secondo il numero di chiamate servite, le stazioni radio base possono essere spaziate da poche centinaia di metri nelle grandi città a diversi chilometri in aree rurali.

Le stazioni radio base sono generalmente montate sui tetti degli edifici o su tralicci, ad altezze variabili tra 15 e 50 metri. I livelli delle trasmissioni di una specifica stazione radio base sono variabili e dipendono dal numero di chiamate e dalla distanza dell’utente dalla stazione stessa. Le antenne emettono un fascio di radiazioni molto stretto, che si allarga quasi parallelamente al terreno. Quindi, i campi a radiofrequenza al livello del suolo ed in aree normalmente accessibili al pubblico sono molte volte al di sotto dei livelli pericolosi. I limiti delle linee guida sarebbero superati soltanto se una persona si avvicinasse fino a un metro o due, direttamente di fronte all’antenna. Fino a quando i telefoni mobili sono diventati di largo uso, i membri del pubblico erano esposti soprattutto a campi a radiofrequenza emessi da stazioni radio e TV. Ancora oggi, le antenne telefoniche aggiungono poco alla nostra esposizione complessiva, perché́ nelle aree di pubblico accesso le intensità̀ dei loro segnali sono normalmente simili, o inferiori, a quelle dovute a stazioni radio e televisive distanti.

Però, chi usa un telefono mobile è esposto a campi a radiofrequenza molto più̀ alti di quelli che si trovano generalmente nell’ambiente. I telefoni mobili vengono usati molto vicino alla testa; quindi, piuttosto che considerare l’effetto di riscaldamento sull’intero corpo, si deve stabilire come l’energia assorbita si distribuisca nella testa dell’utente. Da sofisticati programmi di simulazione al computer e da misure effettuate su modelli della testa risulta che l’energia assorbita da parte di un telefono mobile non supera i limiti delle attuali linee guida.

Sono stati sollevati interrogativi anche su altri effetti, cosiddetti non termici, derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici che abbiano le frequenze tipiche della telefonia mobile. Tra gli altri, sono stati suggeriti sottili effetti sulle cellule, che potrebbero svolgere un ruolo nello sviluppo del cancro. Sono stati anche ipotizzati effetti su tessuti elettricamente eccitabili, che potrebbero influenzare la funzionalità̀ del cervello, nonché́ effetti sui tessuti nervosi. Tuttavia, i dati finora disponibili non suggeriscono, nel loro complesso, che l’uso di telefoni mobili abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana.

Da diversi anni gli organismi sanitari internazionali consigliano un uso prudente di cellulari, smartphone e cordless, invitando soprattutto ad evitare di tenerli a contatto con il corpo e ad educare i bambini ad usarli in maniera appropriata. Questi apparecchi espongono infatti a campi elettromagnetici a radiofrequenza dei quali non sono ancora esattamente noti gli effetti sulla salute. In applicazione del cosiddetto “principio di precauzione”, sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è quindi importante adottare nell’uso comportamenti prudenti.

Il telefono cellulare e il telefono cordless possono rappresentare un pericolo per la salute in particolare quando vengono utilizzati a contatto diretto con la testa.

È utile inoltre sapere che i cellulari non emettono lo stesso livello di radiazioni; ad ogni dispositivo è associato un tasso di assorbimento specifico (detto anche TAS o SAR); questo valore deve essere indicato nel manuale di istruzioni di ciascun telefonino e non può superare 2 W/kg in Italia, 1,6 W/Kg negli USA.  È quindi consigliabile scegliere modelli di smartphone o cellulari a più basso TAS o SAR . 

Poiché l’intensità delle onde radio è anche in relazione al grado di copertura della rete di Stazioni Radio Base è meglio non usare lo smartphone per conversare se non c’è buona copertura del campo.

BENESSERE ELETTROMAGNETICO – accorgimenti per mantenerlo

Telefono

Alcune semplici misure cautelative per limitare l’esposizione della testa durante le telefonate:

  • Usare il viva voce o cuffie e auricolari.
  • Tenere il cellulare lontano dalla testa dopo la composizione del numero e l’attesa della linea (il momento in cui funziona alla massima potenza).
  • Evitare le conversazioni lunghe o quando la copertura del segnale è scarsa (per es: in ascensore o treno).
  • Alternare l’orecchio.
  • Non tenere il cellulare sotto il cuscino o in prossimità della testa quando si dorme.

 

Elettrodomestici

 

Gli elettrodomestici producono campi elettrici statici e campi elettromagnetici a varie frequenze che diminuiscono rapidamente all’aumentare della distanza. Per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici è sufficiente non stazionare a lungo a ridosso degli elettrodomestici funzionanti.

MICROONDE: se lo sportello è chiuso, l’esposizione all’esterno è relativamente bassa e non c’è alcun pericolo. Comunque evitare di soffermarsi a guardare attraverso lo sportello e se si vuole essere prudenti stare a circa 30 cm dal forno in funzione.

CUCINE AD INDUZIONE: è sufficiente mantenere una distanza di almeno 5-10 cm dal piano ad induzione per contenere l’esposizione al campo magnetico, a condizione di utilizzare pentole di materiale e dimensioni adeguate e corrispondenti alla misura della piastra che deve essere completamente coperta dal fondo del tegame. E’ inoltre importante posizionare le pentole al centro della piastra di cottura.

Pc

La posizione corretta d’uso (40-50 cm dallo schermo) è largamente sufficiente ad evitare l’esposizione dallo schermo.

Wi-fi

Negli ambienti di vita comunemente frequentati da bambini e ragazzi come scuole, asili, biblioteche e in generale nelle abitazioni, è prudente evitare l’immissione di micro onde emanate da dispositivi wi-fi, preferendo la connessione ad internet via cavo che non comporta pericoli per la salute.

In ogni edificio pubblico, soprattutto negli ambienti destinati alla permanenza prolungata di bambini e adolescenti - più vulnerabili ad eventuali effetti sulla salute perché ancora in età di sviluppo -  la connessione via cavo dovrebbe essere già predisposta in fase costruttiva.

A livello nazionale il Decreto 11 gennaio 2017 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli arredi per interni, per l'edilizia e per i prodotti tessili”  fornisce la seguente indicazione: “Al fine di ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici ad alta frequenza (RF) dotare i locali di sistemi di trasferimento dati alternativi al wi-fi, es. la connessione via cavo o la tecnologia Powerline Comunication (PLC).”

Per questo anche negli edifici pubblici già esistenti è consigliabile prevedere un adeguamento alla norma con interventi di manutenzione o ristrutturazione.

Anche negli ambienti domestici, in un’ottica di protezione della salute, va comunque prestata attenzione alla scelta più opportuna di localizzazione del modem /router wi-fi, evitando di collocarlo in luoghi e spazi con permanenza prolungata di persone (ad esempio nella camera da letto dei bambini e dei ragazzi), scegliendo invece un vano o spazio di servizio, come un ingresso, un corridoio, un ripostiglio, la lavanderia.

In ogni caso è sempre raccomandato spegnere il wi-fi e gli strumenti simili quando non utilizzati. Questo comportamento, tra l’altro, riduce lo spreco di energia e tutela l’ambiente.

Gravidanza

Per le donne in gravidanza, infine, è consigliabile:

  • ridurre l’esposizione alle onde radio e microonde allontanando dalla pancia smartphone, tablet, pc portatili connessi in wi-fi;
  • ridurre il tempo di permanenza negli ambienti dotati di wi-fi.

Principali normative di riferimento:
LQ 36/2001

DPCM 8/7/2003

DM 2/12/2014

DM 11/01/2017

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